Ho conosciuto Piero Vassallo nel 2008. In quell’anno avevo pubblicato con l’editore Fede & Cultura un libro sul Sessantotto, che a Piero era piaciuto molto. Tramite un comune amico di Genova volle conoscermi. Io ero, lo confesso, molto emozionato al pensiero di incontrare un “monumento” della cultura cattolica come lui, ma già dal primo incontro i miei timori svanirono, perché l’accoglienza cordiale che mi fece Piero mi mise subito a mio agio.
Con lui e con un altro valoroso giornalista e scrittore, l’amico Alberto Rosselli, nacque l’idea di “Riscossa Cristiana”. Era il luglio 2009. Il 9 febbraio di quell’anno era stata assassinata Eluana Englaro e la reazione flebile della Chiesa cattolica aveva turbato molti. In un giorno di luglio 2009 mi trovai a Genova, con Piero e con Alberto Rosselli e tra di noi nacque l’idea di una rivista on-line che potesse dar voce a tutta quella parte del mondo cattolico che non aveva rinunciato alla testimonianza della Fede e alla critica di una società sempre più pagana.
Eravamo a un bar sotto casa di Vassallo. Lui, Rosselli ed io. Un paio di mesi dopo ci si ritrovò, noi tre e un piccolo gruppo di amici genovesi, che sarebbero stati i primi collaboratori di Riscossa Cristiana.
E poi le cose andarono avanti e si svilupparono. La presenza di Piero era determinante, sia per gli ottimi articoli che pubblicava, sia per i suoi preziosi consigli, per il suo occhio sempre attento sulla realtà, per la sua sana e indomita capacità di polemica, sempre sorretta da una cultura eccezionale.
Devo moltissimo a Piero Vassallo. Da lui negli anni di Riscossa Cristiana ho imparato di più che in anni di università e poi di studi storici.
Per diversi anni la telefonata con Piero Vassallo era quasi quotidiana. Prendevo sempre carta e penna, perché da lui arrivavano le segnalazioni più attente e le critiche più lucide e profonde. Mi ricordo una sua espressione tipica, quando qualche fatto di cronaca lo scandalizzava: “Intingi il pennino nel curaro”.
Piero Vassallo era un combattente e un uomo di onestà assoluta e schiena dritta. Infatti, a un certo punto fu emarginato dal “giro” delle grandi case editrici e dalla Rai, con cui aveva a lungo collaborato. Iniziavano gli anni del grigiore intellettuale del pensiero unico, favoriti da quella sottile vigliaccheria che purtroppo non è mai mancata nel mondo dei cosiddetti intellettuali.
Piero Vassallo è stato un grande intellettuale. Vero. Uno degli ultimi.
E permettetemi un altro ricordo molto bello. Per diversi anni, andavo periodicamente a Genova a trovarlo. Ci riunivamo in genere alla Trattoria “I tre merli”, proprio sotto la sua casa. Spesso con Alberto Rosselli e anche con altri amici di Genova.
Erano ore bellissime, perché l’umanità, l’affetto, erano caratteristiche di quest’uomo, che aveva da insegnare a tutti noi, e lo faceva, ma che sapeva sorridere, abbracciare, essere un vero amico. Ogni volta tornavo a Milano con qualcosa in più, sia in termini di argomenti da trattare su Riscossa Cristiana, sia perché confortato da una vera e profonda amicizia.
Poi gli anni passano, arrivano le malattie, arriva la morte. Questa è l’assoluta normalità della vita, è vero e se voglio essere un buon cristiano, devo pregare per Piero. Certamente, lo faccio con tutto il cuore. Ma lasciatemi dire che adesso sento un vuoto. Se ne è andato un grande amico, un grande testimone della Fede. Un vero grand’uomo.
Grazie, Piero, per tutto quello che hai fatto per noi e per la Chiesa e per l’Italia, che amavi tanto.
Riposa in pace.
Sia lodato Gesù Cristo.
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