Poco conosciuto è il ruolo delle colonie tedesche in Africa durante la Grande Guerra. I franco-inglesi conquistarono Togo e Camerun tra il 1914 e il 1915, ma faticarono molto in Tanganica dove i 15.000 uomini (in gran parte “ascari”) guidati dal colonnello Lettow-Vorbeck tennero testa per tutto il conflitto ai 400.000 dell’Intesa. Lo racconta il libro di Alberto Rosselli: Gli ascari del Kaiser.
L’unica cosa che sapevo delle colonie tedesche in Africa veniva da un romanzo di Wilbur Smith, Ci rivedremo all’Inferno. Smith, nato in Rhodesia, era di stirpe inglese, perciò in quel libro, ambientato ai tempi della Grande Guerra, i tedeschi d’Africa, come quelli d’Europa, erano la quintessenza della malvagità, mentre l’eroe dell’avventura era ovviamente britannico. Ne fu tratto un film con lo stesso titolo, con Roger Moore e Lee Marvin. Dopo averlo visto al cinema e rivisto in tivù, mi toccò rivederlo per la terza volta sotto le armi come recluta perché al CAR (Centro Addestramento Reclute) c’era solo quello.
Ora per fortuna è uscito un libro di Alberto Rosselli, Gli ascari del Kaiser, sottotitolo: La guerra in Ostafrika 1914-1918. Von Lettow-Vorbeck e i tedeschi che non persero mai (Soldiershop Publishing, pp. 198, con illustrazioni). E, come supponevo, le cose andarono diversamente. Rosselli mi era noto come egregio rovistatore di angoli di storia poco frequentati e fu un suo libro (L’America che non fu, ed. Il Cerchio) a informarmi del cosiddetto «incidente Jumonville» che diede inizio alla Guerra dei Sette Anni. Questa guerra, combattuta tra inglesi e francesi, fu la prima veramente mondiale, perché implicò anche le colonie. Nel 1754, per porre fine alle provocazioni inglesi in America, i francesi inviarono un’ambasciata con tanto di bandiera bianca. Fu massacrata da un reparto di inglesi e di indiani irochesi loro alleati. Comandante, George Washington. Sì, proprio lui. In quella guerra i francesi persero il Canada, mezza America e l’India. Non solo: il dissanguamento finanziario costrinse il re a convocare gli Stati Generali, prodromo della Rivoluzione giacobina.
Ma torniamo ai tedeschi d’Africa. La Germania, unificatasi solo nel 1871, arrivò buon’ultima nel Continente Nero, nel quale Francia, Inghilterra, Portogallo, Spagna e Belgio s’erano già presi praticamente tutto. Bismarck sapeva bene che il passaggio di Suez era interdetto alla giovane nazione per via della presenza inglese. Non restava che la vecchia rotta passante per il Capo di Buona Speranza onde accedere alle risorse asiatiche. Così, si accontentò di quel che restava in Africa, e dovette pure imbastire complicate trattative tramite convegni internazionali perché la parte del leone in loco era inglese e francese. Gli inglesi erano guardinghi nei confronti di quello che era pur sempre un nipote della regina Vittoria, il kaiser Guglielmo I. I francesi avevano appena perso la guerra franco-prussiana, con tanto di cattura di Napoleone III. Alla Germania, dunque, toccarono il piccolo Togo, il Tanganica, il Camerun e poco altro.
Allo scoppio della Grande Guerra, nel 1914, gli alleati franco-inglesi attaccarono in forze il Togo, che in poche settimane dovette capitolare. Da notare che, dato il dominio inglese dei mari e il monopolio di Suez, per i tedeschi fare arrivare uomini, mezzi e rifornimenti all’altro capo del continente era praticamente impossibile. In Camerun i “tedeschi” erano di fatto tutti africani: pochi bianchi inquadravano le Schutztruppen di colore, unità coloniali create nel 1895 ed equivalenti ai famosi “ascari” delle colonie italiane. Eppure, queste scarne truppe camerunesi furono capaci di tener testa per mesi a un contingente di 65.000 inglesi, francesi e belgi. Si arresero solo nel 1915 quando ebbero finito anche le pallottole.
Diversa fu la musica col Tanganica. Innanzitutto perché gli inglesi dovettero preventivamente schiacciare gli 11.000 afrikaner che si erano alleati coi tedeschi. Questi afrikaner erano boeri che non avevano dimenticato la lunga e sanguinosa guerra che i loro padri avevano dovuto combattere contro gli inglesi, per i quali questi ultimi avevano inventato qualcosa che avrebbe fatto (triste) storia: i campi di concentramento (anche per intere famiglie). Il Tanganica era difeso dal (poi entrato nella leggenda) colonnello Paul Lettow-Vorbeck alla testa di 15.000 uomini, di cui ben 12.000 “ascari”. Contro di loro fu mandata un’armata di 400.000 soldati inglesi, belgi e portoghesi. Che furono tenuti in scacco per tutta la durata della guerra. Il colonnello si arrese solo quando seppe che la Germania aveva perso (ma non lui). I 400.000 dell’Intesa, provvisti di navi, aerei, cannoni, mitraglie eccetera, furono inchiodati lì per tutta la guerra, impediti a essere utilizzati sui fronti europei.
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