Il 21 maggio 2013 l’intellettuale controcorrente e saggista francese Dominique Venner si toglieva la vita nella cattedrale di Notre-Dame. Il significato di questo suo gesto, strumentalizzato dai media, è rivelato appieno nel suo libro-testamento e viatico per gli Europei Un samurai d’Occidente. Il breviario dei ribelli (edizione italiana a cura di Andrea Lombardi, Roma 2016), da lui consegnato alle stampe prima di morire. La figura di Venner e la sua intera opera, tanto infangate dalla stampa conformista, sono invece ben delineate da Stenio Solinas in queste sue righe apparse all’uscita della traduzione italiana del Samurai:
Dominique Venner era un europeo, ma naturalmente con il circo Barnum dell’Europa dei trattati e dei mercati, avida, impaurita e ipocrita, non aveva niente a che spartire. Non era però nemmeno un teorico dell’arroccamento e/o della chiusura, dei confini come trincee, della sopravvivenza in quanto decadenza. Era anti-universalista perché il cosmopolitismo delle società consumistiche voleva dire «annientare le altre culture e le altre civiltà in favore di una pretesa cultura mondiale dei diritti dell’uomo che sono solo i diritti del mercato»; e perché imprigionava «gli occidentali in un etnocentrismo negante le altre culture». Proprio in quanto intimamente cosciente di ciò che doveva di essenziale alle sue origini, era «per il diritto fondamentale di tutti gli altri umani ad essere sovrani sulla propria patria, alla propria cultura, ad un radicamento che permette di essere se stessi a casa propria, e di non essere il nulla». Consapevole della vastità della crisi europea, di quella che definiva «il letargo dell’anima europea», non ne traeva però conclusioni apocalittiche e/o di scomparsa, il declino come fatalità: «Quando verrà il grande risveglio? Lo ignoro, ma di questo risveglio non dubito affatto. Siamo i primi Europei posti davanti all’obbligo di ripensare interamente la nostra identità attraverso un ritorno alle nostre fonti più autentiche. È un’Antichità vivente, che abbiamo il compito di reinventare. Un mito creatore. Questo non può avvenire soltanto con scritti e parole. Lo sforzo intenso di rifondare deve essere reso autentico da atti che abbiano un valore sacrificale e fondatore». Si esiste e si trasmette nella vita come nella morte.
In appendice al suo libro e testamento ideale, Venner poneva dei punti-consigli pratici “per esistere e per trasmettere” (quale scopo più nobile per ogni uomo?): eccoli; da leggere, condividere e fare propri nella nostra vita, specie in questi tempi di dissoluzione dell’occidente.
Per esistere e per trasmettere
Consiglio pratico n. 1
Per iniziare e costruire la vostra “cittadella interiore”, prendete esempio dalla giovane berlinese del 1945 (inizio del capitolo 6): tenete regolarmente il vostro “breviario”. Così potrete vincere la decadenza provocata dall’eccesso di informazioni, l’una che scaccia l’altra, lasciando solo il vuoto. Scegliete un quadernino cucito (o a spirale), formato 17 x 10 (tascabile) o 20 x 15, duecento pagine, a quadretti. Copertina sobria e discreta (evitate i colori sgargianti e le illustrazioni stravaganti). Sulla prima pagina, scrivete accuratamente: “Breviario personale iniziato il…” Lasciate questa pagina in bianco. In un secondo momento, quando avrete collezionato alcune illustrazioni a seconda dei vostri gusti, sarà tempo di scegliere quella che ha più significato per voi (“senza tempo”) da incollare. Numerate a mano le pagine da 1 a… Ogni volta che annoterete una riflessione, o che copierete (o incollerete) una citazione o un testo, datateli. Se incollate un ritaglio di giornale, annotate naturalmente la fonte e la data del documento. Stessa cosa se si tratta della citazione di un libro. È necessario riportare tutto con precisione sin dall’inizio. Ciò darà valore alle vostre riletture future. Conservate intatte le ultime quattro pagine del quaderno per aggiungervi un indice tematico dei testi raccolti. Da qui l’utilità di numerare le pagine.
Rileggere il proprio “breviario” alcuni mesi o anni dopo le prime annotazioni apporta un sentimento di serenità attraverso la riscoperta del meglio che abbiamo in noi stessi. È inoltre un eccellente esercizio d’osservazione dell’evoluzione dei propri sentimenti, pensieri e giudizi.
Consiglio pratico n. 2
Ogni giorno, concedetevi alcuni minuti di lettura. Raccoglietevi, non per fuggire dal mondo, ma per ricostituire le vostre forze e fare il pieno di energia. La stessa cosa che faceva Marco Aurelio, ogni sera in campagna, dopo la marcia o il combattimento, per redigere i suoi Pensieri. Come lui, liberatevi ogni giorno, anche per pochi minuti, dalle costrizioni imposte dai molteplici obblighi quotidiani. Questo vale ovviamente anche per la madre di famiglia, soprattutto colei che lavora fuori casa e deve adempiere a tante mansioni estenuanti (per esempio andare a prendere i bambini – all’asilo, dalla babysitter, all’uscita di scuola…) dopo aver affrontato i trasporti pubblici. Riappropriarsi un momento per sé. A casa, create una “rottura” con il mondo esterno: spegnete il cellulare, il televisore, la radio, staccate la connessione internet. Riappropriarsi del silenzio per ritrovare sé stessi. Se ne scoprono presto i benefici. Rileggere anche qualche pagina di uno dei romanzi o dei saggi preferiti, senza dimenticare le annotazioni del proprio “breviario” personale. Al momento delle vostre letture, non esitate a segnare le pagine e scrivere commenti a margine (datandoli: ci accorgeremo che a pochi mesi di distanza, interpreteremo un testo o una riflessione in modo diverso).
Se avete figli, incoraggiateli alla lettura, senza forzarli. Mettete dei libri a loro disposizione. E lasciate che si divertano, perfino con letture che vi sembrerebbero prive di interesse. Le letture “serie” arriveranno a tempo debito. L’importante è sviluppare la loro confidenza per i libri.
Praticate con i bambini la lettura ad alta voce. Questo ravviverà il loro piacere dei testi e contribuirà a tessere tra loro e voi un legame molto forte. È anche un modo per tenerli lontani dalla televisione, o dagli stupidi videogiochi.
Quando viaggiate, non dimenticate mai di portare con voi uno o due libri che vi sono cari, romanzi, saggi, opere storiche varie, memorie del tempo passato… Il solo fatto di pensare al libro che vi aspetta, è già come respirare di sollievo al termine di una giornata spossante. Un libro amato consente di isolarsi ovunque dall’agitazione o dalla bruttezza, nella sala d’aspetto di un ufficio come nella folla di una stazione.
Consiglio pratico n. 3
Qualunque sia il vostro sesso, trarrete beneficio nel praticare regolarmente uno sport un po’ intenso all’aria aperta o (e) uno sport da combattimento. Questo vi manterrà in forma. Inoltre, scoprirete qualcosa di importante: la decadenza circostante non significa che ci sono più bassezze, idiozie o vigliaccherie che in altre epoche, vuol dire che sono proprio queste a dare il tono. Nella pratica degli sport estremi, vedrete che l’energia, il coraggio o la tensione verso l’eccellenza non hanno mai totalmente abbandonato la nostra società malata. Queste qualità sono presenti anche laddove non le immaginiamo, negli strati invisibili di attività professionali o famigliari, nelle discipline esigenti, come la danza classica o l’equitazione. Soventemente, questa buona salute naturale non si accompagna con alcuna consapevolezza delle poste in gioco superiori. È stata trasmessa in seno a una professione, a una famiglia, a una disciplina artistica o sportiva. Sono “giacimenti” di buona salute in un universo malato. Risorse su cui potrà basarsi una rinascita.
Consiglio pratico n. 4
Non lasciate trascorrere una settimana senza andare a camminare nella foresta o nella natura ancora quasi selvaggia, o perlomeno in un parco urbano non inquinato. Tutte le regioni di Francia e innumerevoli regioni d’Europa sono propizie a questi ritiri nella natura, lontano dai miasmi della città. Potete scegliere una passeggiata anche breve, o una vera e propria escursione, l’importanza sta nella rottura, nell’odore dei boschi, del suolo, dei colori, nell’attenzione verso gli alberi e le piante che seguono le stagioni, nell’eventuale presenza di animali selvatici di cui rispettare scrupolosamente la tranquillità. Non si parla dentro la foresta. Nessun grido. Ci si immerge nello splendore, nel silenzio e nella poesia.
Se vi trovate in città per qualsiasi motivo, all’uscita di una riunione di lavoro logorante, piuttosto che seguire il gruppo dei colleghi che vanno a bere qualcosa (potrete raggiungerli più tardi), ritiratevi un attimo. Idealmente in un giardino pubblico (deserto) o una chiesa. Non è necessario essere cristiani praticanti per entrarvi. La calma, il silenzio e la bellezza architettonica fanno di una chiesa un luogo di ritiro benefico. Le chiese europee testimoniano ammirevolmente del genio dei nostri popoli, come i templi antichi e tanti altri monumenti. Lo scopo non è assistere a una funzione religiosa che potrebbe perturbare la vostra meditazione. Sedetevi a lato, in modo da lasciarvi penetrare dal silenzio che rompe con la trivialità del mondo esterno. In una chiesa, possiamo naturalmente anche leggere in modo discreto dei testi profani.
Consiglio pratico n. 5
È bene pensare e parlare dell’Europa, unione di popoli e civiltà. È ancora meglio – e perfino indispensabile – vivere davvero l’Europa stringendo legami personali, oltrepassando le abitudini e le barriere linguistiche. Via Internet e (o) zaino in spalla, come i Wandervögel di altri tempi, partire per conoscere i ragazzi e le ragazze della nostra grande patria europea. Riscoprire anche i nobili luoghi della nostra civiltà in occasione di “pellegrinaggi” tra amici o in famiglia: Stonehenge, Delfi, la foresta di Brocelandia, Toledo, Alesia, Mont Saint Michel, Salisburgo, Bayeruth, Sils-Maria… Ogni pellegrinaggio implica lo sforzo e il piacere di camminare zaino in spalla per vari giorni attraverso una natura bella e libera. Certo, questi punti d’interesse sono spesso diventati trappole turistiche. Ma, giocando sulle date e gli orari, si riesce tuttavia ad evitare la folla. Niente vieta di creare inoltre il proprio pellegrinaggio a partire dai sentieri escursionistici turistici. Se non conducono tutti a Roma, condurranno a siti che avrete eletto per la loro bellezza, il loro aspetto selvaggio e i ricordi accumulati.
Consiglio pratico n. 6
Coltivate la bellezza per voi stessi. La bellezza non è una questione di soldi né di consumo. Risiede in tutto e soprattutto nei piccoli dettagli della vita. Viene offerta gratuitamente dalla natura: poesia delle nuvole in un cielo limpido, crepitio della pioggia sul telo di una tenda, notti stellate, tramonti, i primi fiocchi di neve, i primi fiori del giardino, i colori della foresta… Se la bellezza della natura ci viene offerta, quella che creiamo nella nostra vita richiede impegno e attenzione. Ricordarsi che non vi è bellezza (né gioia) senza armonia dei colori, delle materie, delle forme e degli stili. Ciò è vero per la casa, i vestiti e i piccoli accessori quotidiani. Bandire le materie sintetiche e la plastica in favore delle materie naturali. Non vi è neanche bellezza senza cortesia nei rapporti con i prossimi e i meno prossimi (eccetto i maleducati). L’estetica fonda l’etica. Non vi è bellezza senza rigore morale e fisico. Tenete per voi le pene e le seccature, quelle del cuore, del corpo, del lavoro o dei fine mese difficili. Sarete stimati per la vostra discrezione e per la piacevolezza della vostra compagnia.
Consiglio pratico n. 7
Ritrovate i riti europei che scandiscono l’anno, in particolare le feste comandate, associate ai cicli della natura. Troverete piacere nel creare il vostro personale almanacco annotando sistematicamente con la loro data i ricordi storici memorabili che scoprirete a seconda delle vostre letture. Disporrete così di simboli per ogni giorno dell’anno. Un’altra idea feconda sarebbe quella di creare il vostro personale libro di famiglia in cui registrare informazioni sui vostri diretti avi, senza dimenticare foto o vecchi documenti. In quel libro, segnerete ovviamente un albero genealogico che arricchirete a poco a poco.
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