Se c’è una domanda che lo storico, il politico, perfino il semplice uomo della strada dovrebbe, necessariamente, porsi, in questi inizi di millennio, questa è: cos’è la Cina? Qual è lo spirito vero di questo colosso asiatico, a cavallo tra una tradizione antichissima ed una prepotente smania di modernità, capace di aperture strategiche verso il capitalismo occidentale e, nel contempo, oppresso da repressioni e negazioni dei più elementari diritti umani? E’ una domanda la cui risposta sovrintende al nostro futuro. Il libro di Rosselli indaga in questa direzione, operando dal punto di vista particolare della situazione dei cristiani in Cina. Non ci si lasci, tuttavia, ingannare dalla specificità dell’argomento: Alberto Rosselli è un umanista, nel senso pieno del termine, e parte spesso dall’infinitamente piccolo per spiegare l’infinitamente grande. Così, questa sua opera, secondo il costume dello storico genovese, accortamente stringata, non si limita a ricostruire un percorso storico e di fede, ma ci fornisce una preziosa chiave di lettura del subcontinente cinese e della sua sterminata popolazione. La Cina, ci suggerisce Rosselli, non è un luogo dell’anima: una specie di Cathai, tratto dalle suggestioni medievali dei fratelli Polo. La Cina è un gigantesco coacervo di popoli, di fedi, di consuetudini e , naturalmente, di contraddizioni: commetterebbe madornale errore chi non tenesse conto, in un giudizio sul paese, delle sue molteplici peculiarità, tanto diverse dalle nostre e, sovente, tanto contrastanti tra loro. Noi diciamo: Cina. Ma le Cine sono moltissime: quella taoista, quella buddista, quella cristiana, quella islamica: quella, soprattutto, antireligiosa, in cui la religione viene negata. E, a tal proposito, appare chiaro dalle pagine del libro che, oggi, le persecuzioni contro i cristiani non hanno più il carattere eclatante di qualche anno fa: la Cina cura la sua immagine all’estero e sa che la tolleranza dell’Occidente nei suoi riguardi deve potersi aggrappare ad una facciata di democrazia e di libertà. Tuttavia, sotto l’aspetto patinato della Cina da esportazione, si nascondono gli stessi drammi, lo stesso dolore, la stessa negazione della libertà personale che sono sempre ed ovunque stati il biglietto da visita del socialismo reale. Rosselli non si limita a conoscere la storia cinese: conosce l’uomo, e lo racconta con disincanto ed esatta percezione dei suoi limiti. Così, molto opportunamente, egli svolge la propria tela, con la consumata perizia di un mercante che mostri i propri damaschi e gli zendadi agli occhi stupefatti degli acquirenti: ecco l’uomo, sembra dirci, e noi crediamo di vederlo, quest’uomo della Cina, cristiano in segreto, costretto a sorridere ad un’immaginaria telecamera. Rosselli, però, non si limita ad abbozzarci uno schizzo: vuole darci anche il colore, il modellato, la profondità. Si dipanano, dunque, dalle sue pagine, senza parere, moltissimi dati, innumerevoli informazioni, citazioni acute di fonti. Alla fine della lettura, inopinatamente, ci si sente informati: sembra di vederla questa Cina e di sentire più viva e più vera la voce del suo popolo. Voce che, nel caso dei cristiani, assume il tono biblico del lamento. Dunque, se i primi passi di questo libro muovono dall’analisi delle religioni storiche cinesi, mano a mano che si prosegue nella lettura, ci si avvicina al nucleo della questione. Ci si ritrova a leggere delle missioni occidentali, e degli alterni rapporti tra loro e le autorità locali: dall’imperatore celeste, fino alla dittatura comunista. Poi, approssimandoci al presente, Rosselli ci documenta sulle cronache recenti che coinvolgono le comunità cristiane d’oriente: dalla lettera di Benedetto XVI alle relazioni diplomatiche, dalle olimpiadi alle persecuzioni, fino a parlarci della teologia sommersa e dei cristiani nascosti. E’ bravo Rosselli: bravo davvero. Egli ha la capacità, che nessuno ti può insegnare, di rendere semplici anche le cose più complicate. E’ uno che trova, laddove noi, per solito, inanemente cerchiamo. Quel che rende questo breve saggio un’opera veramente preziosa è proprio questo aspetto, da vademecum. Non manca nulla, pur non largheggiando certo in artifici retorici. Chi scrive, leggendo, ha trovato il modo di documentarsi, senza annoiarsi: senza mai trovare contraddizioni in termini, né pause, né stanchezza di digressioni inutili. Fossero tutti così i saggi che si incontrano in libreria! E sarebbe bello, del pari, che con altrettanta lucidità e chiarezza di visione e di giudizio, guardassero alla Cina coloro i quali sono arbitri dei destini internazionali, che, troppo spesso, dimenticano la dimensione umana, accecati da quella, impersonale e cinica, della ragion di Stato. Il consiglio, infine, che va dato, in sede di prolegomeno alla lettura di quest’ennesima opera geostorica di Alberto Rosselli, non può che essere quello di affrontare questo interessante viaggio nel mondo della Cina moderna senza pregiudizi, ma con curiosità vera e desiderio di comprendere. Troppo spesso, il multiforme universo cinese è stato oggetto di fraintendimenti, di strumentalizzazioni di vario segno, di pericolose falsificazioni, di omertà. Questo libro va letto sine ira et studio, perché, come tanto spesso accade nelle opere di questo autore, parla di vittime, di dimenticati, di sconfitti. E l’unico modo per cercare di comprendere le ragioni della sofferenza è quello di sgombrare la propria mente da preconcetti e da teoremi di parte. Questa storia dei cristiani in Cina è scritta con questo spirito, limpidamente e senza reticenze né enfasi. Crediamo che allo stesso modo andrebbe letta. La storia tende inevitabilmente a ripetersi, con il suo fardello di persecuzioni, di malvagità e di stragi, a meno che qualcuno non ne interrompa le vorticose spirali: questo può accadere soltanto se la storia diviene comprensione dell’uomo, memoria ed esempio. La lettura di questo libro ci conforta a credere che, senza un approccio umanistico alle grandi questioni storiche, il loro studio divenga mera esercitazione accademica: con la sua opera, come sempre, Alberto Rosselli indica una direzione: quella dell’esattezza mai disgiunta dalla compassione e della logica, mai divisa dalla pietà. Un piccolo libro per una grande lezione.
Marco Cimmino
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