È inutile sforzarsi di dissociare la violenza dei terroristi dallo spirito della religione musulmana: l’Islam è una religione violenta che giustifica, anzi comanda, l’uccisione degli infedeli. Un’affermazione che trova la sua ragione direttamente nel Corano: “Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la Gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo e siano soggiogati” (Corano, Sura IX, versetto 29). Inoltre, la maggioranza schiacciante degli attentati terroristici e delle violenze a sfondo religioso vedono come protagonisti credenti di religione musulmana.
Ciò dipende dall’intrinseca dimensione politica e totalizzante dell’Islam, il cui culto non può essere concepito come religione privata e sfocia nella coercizione, se necessario anche violenta. Per l’antropologo René Girard, il cristianesimo occidentale e l’Islam sono antitetici: il primo empatizza con la vittima respingendo il valore della violenza; il secondo la esalta rimanendo religione sacrificale.
Esiste, come molti sostengono – un Islam ‘moderato’?
No. Essere ‘moderati’ va bene se si parla di dieta o di assunzione di alcolici o grassi saturi, ma se si parla di religione e metafisica tutto ciò è ridicolo. Non esiste un Islam ‘moderato’ (sarebbe defraudarlo della sua anima). Esiste l’Islam. Punto e basta. D’altra parte non è mai esistito in Cistianesimo moderato, un Ebraismo moderato, un Induismo moderato, un Buddismo moderato o un Shintoismo moderato. Trattasi di sciocchezze partorite dalla mente di ‘soloni’. In metafisica il quid ‘moderato’ equivale, infatti, ad una limitazione concettuale e filosofica della fede stessa.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.