Dopo il crollo del Muro di Berlino, si è assistito ad un fenomeno del tutto nuovo e per certi versi tragicamente divertente. Rimasti orfani di Marx, i post comunisti sono stati salvati in corner dai loro tradizionali (ma apparenti) avversari, gli ‘ultraliberisti’. La nuova ‘missione’ affidata dai Poteri Forti ‘ultraliberisti’ (e relativisti) che governano il mondo attraverso il ‘mercatismo’ e la speculazione finanziaria, ai delusi ed affranti ‘compagni’ è stata quella di destrutturare la Civiltà Occidentale di matrice ebraico-cristiana attraverso un’operazione de ‘amoralizzazione’ della stessa (apoteosi dell’omosessualità, teorie gender, eugenetica nichilista, scristianizzazione, etc.): ‘amoralizzazione’ utile a creare un immenso mercato multiculturale, agnostico e acritico buono per i consumi da pollaio telematizzato. Da velleità sociologica decadente, ma travestita da euforia messianica, l’attuale ‘post comunismo’ si è trasformato dunque in strumento ‘ultraliberista’, conservando del pensiero di Marx soltanto la teoria del sospetto areligioso (sfociata nella ben nota ‘dietrologia’) posta sempre come criterio ‘idealista’ ultimo e sommo di ogni azione. Nulla di nuovo. Nella filosofia di Marx troviamo l’esasperazione del pessimismo antropologico di un Lutero antisemita, di un Hobbes ferino e di un Hegel patriarca d’ogni sventura post moderna e promotore della ‘modernità’ miscredente: madre (anzi, nonna) di un ‘ultraliberismo’ sostanzialmente ateo e antropocentrico. Ora, questa nuova, apparentemente bizzara ‘alleanza’ tra ‘ultraliberismo’ speculativo e ‘post marxismo’ fluido e terzomondista rappresenta, in ultima analisi, la convergenza nascosta di un altro fenomeno assai poco conosciuto, cioè la contiguità, anzi la sottile complementarietà, tra il mito comunista intorno ad un proletariato multirazziale redentore e la visione oltre umana di Nietzsche (autore che personalmente apprezzo, seppure con riserve, ma che sconsiglio vivamente a chi è a digiuno di Filosofia). Non a caso, il nichilismo ‘elitario’ di Nietzsche rappresenta (filosoficamente parlando) la copia anastatica dell’egalitarismo assoluto marxista, e non il suo antagonista, come molti sono portati erroneamente a pensare.
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