La geopolitica (da non confondersi con la geografia politica e con la politica internazionale) è una disciplina che studia le relazioni tra la geografia fisica, la geografia umana e l’azione politica. Ancorché si tratti di una disciplina piuttosto popolare, manca ancora di una definizione univoca e condivisa. La grande notorietà di questa disciplina deriva dalla capacità attribuitale dai suoi cultori di predire l’azione politica (e quindi gli eventi futuri) tramite l’analisi del contesto spaziale (da intendersi in senso non meramente geografico, ma anche culturale, sociale ed economico) degli attori politici stessi o almeno di una parte dei comportamenti politici. La collocazione scientifica della geopolitica spazia dal campo della geografia politica a quello della politica internazionale vista in connubio con lo studio degli aspetti specifici della geografia (fisica e politica), il che riguarda l’ambito dello studio dei rapporti internazionali in chiave geografica, fino ad interpretarla come mero studio delle tendenze espansive di Stati e nazioni. Ad oggi tale disciplina, lontana dalle tendenze deterministiche con cui si era affermata tra le due guerre, rivaluta l’attitudine a sviluppare i rapporti tra geografia (analisi delle posizioni spaziali degli Stati e accessibilità a risorse, mercati, vie marittime e terrestri) e studio delle relazioni internazionali, unitamente allo sviluppo di temi e di numerose altre questioni che riguardano il rapporto degli stati con i più complessi fenomeni dati dal contesto del mondo globale.
Un ritratto di Arthur Conolly.
Il ‘Grande Gioco’
La locuzione Grande gioco (The Great Game o Tournament of Shadows, ossia il Torneo delle ombre) definisce il conflitto, caratterizzato soprattutto dall’attività delle diplomazie e dei servizi segreti, che contrappose Regno Unito e Russia in Medio Oriente e Asia centrale nel corso di tutto il XIX secolo. L’origine del termine è attribuita proprio ad un ufficiale dell’esercito britannico, ARTHUR CONOLLY che lo adoperò per primo nel 1829, ma il suo uso nella letteratura sull’Asia centrale rimase sporadico sino a quando non fu reso popolare dal romanzo Kim (1901) di Rudyard Kipling. Negli anni 2000 il termine è tornato in voga in Occidente per identificare le attività di Stati Uniti e Russia per il controllo dell’Asia centrale, dalle repubbliche dell’ex Unione sovietica (Azerbaigian, Turkmenistan, Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan e Tagikistan) fino ad Afghanistan e Pakistan, ed anzi si è parlato di “Nuovo Grande Gioco“.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.