……è appena stato pubblicato il mio primo libro in
italiano, ed era importante divulgarlo. Così sono andato in giro per l’Italia a
tenere conferenze in occasione di eventi per presentare il libro: “All’Arco di
Tito: un ambasciatore d’Israele nel Belpaese”. Non si tratta di un evento
puramente letterario, ma di una serata per Israele. Si parla del libro, e in
generale di Israele e del suo posto, della sua importanza per l’Italia e delle
relazioni tra i due Paesi. Si leggono brani del libro e poi concludo la serata
con un mio intervento.
Generalmente apro con la premessa che, già prima di arrivare in Italia per il
mio incarico, sapevo di essere non solo l’ambasciatore del moderno Stato di
Israele, ma anche ambasciatore della civiltà ebraica, termine che racchiude
storia, cultura, tradizione religiosa, letteratura, poesia, Bibbia, archeologia
e molto altro ancora.
Racconto del mio “normale” lavoro di diplomatico israeliano. Chiamato a
misurarmi in maniera differente da quella dei diplomatici di altri paesi. Ora
che tiro le somme dei miei tre anni d’incarico e vedo che la maggior parte di
essi è trascorsa sotto il segno della pandemia del Coronavirus, posso dire di
aver prestato servizio in un periodo che assomigliava a una guerra mondiale.
Descrivo il modo in cui abbiamo affrontato la pandemia, con l’incertezza e i
problemi politici ed economici, e con le tante richieste di aiuto. Racconto di
solidarietà, fratellanza e sostegno al popolo italiano.
I legami tra i paesi sono profondi e la cooperazione è presente in molti settori:
militare e difesa, cyber e intelligence, acqua ed energia, agricoltura e
sicurezza alimentare, spazio e Hi-Tech, e ovviamente nel campo della cultura.
I legami tra noi e l’Italia sono profondi: sia in epoca moderna, con
l’influenza del Risorgimento italiano di metà Ottocento sull’élite ebraica e
sui precursori del Sionismo, sia con il contributo degli ebrei italiani al suo
processo di unificazione e di consolidamento nazionale. Sottolineo la
straordinaria scelta proprio dell’Italia da parte della storia, dopo la prima
guerra mondiale, per ospitare la conferenza internazionale che riconobbe, per
la prima volta dalla distruzione di Gerusalemme, il diritto del nostro popolo
alla sua antica terra e affidò alla Gran Bretagna il mandato di attuare la Dichiarazione
Balfour riguardante l’istituzione di un focolare nazionale per il popolo
ebraico nella sua terra. A Sanremo fu creato l’embrione che, 28 anni dopo, è
nato come Stato di Israele. Voi avete avuto il privilegio, aggiungo, di
ospitare questo evento di portata biblica del ritorno di Sion.
Poi racconto un po’ di me, o, più correttamente, della mia concezione del ruolo
di ambasciatore: quale rappresentante innanzitutto dello Stato di Israele nei
suoi aspetti politici, di sicurezza ed economici. A volte vado anche più nel
dettaglio e porto alcuni esempi dell’ampia cooperazione tra i due paesi, a cui
ho avuto il privilegio di partecipare.
Allo stesso tempo, sono anche un ambasciatore di ciò che il mio Paese
rappresenta nella storia e nella cultura mondiale, la civiltà ebraica, quel
potente grattacielo testuale e intellettuale che abbiamo costruito nel corso
dei nostri millenni, come nessun’altra nazione ha saputo dare ai propri
discendenti. Sono stato anche un ambasciatore di questo tesoro. Fa parte della nostra
identità ed è la ragione per cui siamo rimasti vivi nelle vicissitudini del
tempo ed esistiamo ancora come nazione, e siamo stati in grado di realizzare il
nostro grande sogno, il sogno di tornare a Sion, e di ristabilire il nostro
stato indipendente nell’antica patria, che ci ha aspettati e ci ha serbato
fedeltà per 19 secoli.
Questo libro contiene molti di questi aspetti. Se ti viene chiesto, cos’è
Israele? Dopotutto, non si tratta solo di conflitti e lotte, antisemitismo e
geopolitica; Questa è solo un’immagine parziale. Israele è anche storia e
archeologia, letteratura e Bibbia, religioni e tradizione, un passato in un
pollaio nel presente, un’attività quotidiana, tecnologia e invenzioni, il
fiorire di un deserto e infiniti dibattiti pubblici, e anche un grande spirito.
Tutto questo può essere trovato nel libro. Così come sono presenti il ciclo del
tempo ebraico e le mie impressioni su alcuni dei molti luoghi in Italia che ho
visitato nel corso del mio incarico. E poi c’è anche dell’altro nel libro: mie
riflessioni personali, persino la mia solitudine come ambasciatore e i miei
figli. Insomma, una celebrazione letteraria inconsueta rispetto a quanto ci si
aspetti da un ambasciatore.
Dror Eydar
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