I concetti di Astronomia e Astrologia non sono legati più di quanto si pensi, a cominciare dalla derivazione etimologica.
Due discipline in continua evoluzione, due processi di ricerca che, pur su itinerari paralleli, molti non considerano allo stesso modo e con la stessa importanza: da un lato il “discorso sugli astri”, dall’altra la “legge degli astri”. Due idee tenute separate soprattutto da affermazioni come quella del celebre filosofo François Marie Arouet (1694-1778), più conosciuto come Voltaire: “Verrà il tempo in cui la gente si renderà conto che gli astrologi sono dei grandi imbroglioni”. Si suppone, però, che alle origini, nella notte dei tempi, i due termini fossero usati indifferentemente per indicare la scienza delle stelle.
Gli inizi dell’astrologia, ma più in generale dell’interesse per la volta celeste e gli astri, risalgono a circa 3000 anni prima di Cristo, in Egitto e in Mesopotamia. Lo studio del moto e della posizione degli astri era in genere opera dei sacerdoti che, in tal modo, potevano impressionare i fedeli con racconti di fenomeni celesti, presentati come manifestazioni divine. Così ad esempio vennero dedicati al dio Sole imponenti templi sia in Egitto che a Baalbek, in Libano, nonché specole da parte dei Caldei a Ninive e Borsippa. Anche in Cina l’astrologia, intesa dapprima come studio del cielo per prevedere dati metereologici utili all’agricoltura, si era poi sviluppata, durante la dinastia Zhou, anche alle eclissi che si pensava potessero influenzare gli eventi dell’impero.
In seguito, tale disciplina fu elaborata e perfezionata in modo da includere molti aspetti della cultura cinese, come la filosofia Yin-Yang. Il Confucianesimo fu anch’esso inglobato, in modo da formalizzare i principi filosofici della medicina cinese, della astrologia stessa e dell’alchimia.
L’astrologia dalla Mesopotamia si diffuse in Grecia correlandosi, a seguito della conquista dell’Egitto da parte di Alessandro Magno nel 322 a.C. con quella egiziana, dando luogo alla creazione dell’oroscopo astrologico. I Greci battezzarono i pianeti con i nomi delle proprie divinità assegnando ai pianeti il carattere degli dei di cui portavano il nome, carattere che sussiste nella moderna astrologia. Nella città di Alessandria visse nel II secolo d.C. il grande astrologo e astronomo greco Claudio Tolomeo (100 d.C.- ) il cui testo “Tetrabiblos” costituirà una sorta di Bibbia per tutti gli astrologi per quasi un millennio. A Roma l’astrologia viene introdotta intorno al II secolo a.C. in seguito ai contatti con i greci, raggiungendo rapidamente uno sviluppo notevole al punto che sotto Augusto (63 a.C.-14 d.C.), che tuttavia assegnava all’astrologia la legittimazione del suo potere, ed i suoi successori, viene strettamente controllata, mentre pratiche divinatorie private e non autorizzate sono represse con severità. Grandi oppositori della supposta fondatezza delle previsioni astrologiche furono, Tacito (97-113), Plinio il Vecchio ( -79 d.C.) e Cicerone (106 a.C.-43 d.C.) che ironicamente diceva nel “De natura deorum” che un aruspice si sarebbe messo a ridere se ne incontrava un altro (Mirabile videtur quod non rideat haruspex, cum haruspicem viderit).
Dopo la conquista islamica di Alessandria, gli arabi tradussero i testi greci di astrologia in arabo e persiano. Nel XII secolo tali testi furono importati in Europa e tradotti in latino. Nel medio evo, caratterizzato da un notevole oscurantismo relativo allo studio e la spiegazione dei fatti naturali, l’astronomia cominciò tuttavia a differenziarsi dall’astrologia anche se alcuni grandi astronomi come Ticho Brahe (1546-1601) e Johannes Kepler (1571-1630) dovettero servire come astrologi di corte. Infatti alle corti dei re e dei principi gli astrologi dovevano fare previsioni esatte sulla salute dei regnanti, sull’andamento delle politiche di Stato, sulle guerre. Veniva introdotta “l’astrologia giudiziaria”, che presumeva che i giudizi sui crimini dovessero dipendere e decretati dai corpi celesti. Si era giunti ad un livello di ciarlatanismo e di superstizione incredibile per cui sembrava che ogni persona avesse il futuro predestinato dagli astri togliendo quindi ogni possibilità del libero arbitrio. Imperversavano gli oroscopi elaborati dagli astrologi in base alla data di nascita, alla posizione dei pianeti e dei segni dello zodiaco. Si pensava che questi ultimi controllassero questa o quella parte del corpo umano, per cui fu imposto ai medici, in famose università come quelle di Padova e Bologna, di studiare il moto degli astri per applicarne le conclusioni per la diagnosi e la cura delle malattie.
Anche in letteratura l’influsso dell’astrologia appare evidente in poeti come Dante Alighieri e Geoffrey Chaucer (1343-1400) e commediografi come Christopher Marlowe (1564-1593) e William Shakespeare (1564-1616).
La Chiesa non tardò a farsi sentire, e Sant’Agostino in particolare ne divenne un implacabile avversario. Analogamente S.Tommaso teorizzò che “L’uomo infatti ha la facoltà di giudicare e di riflettere su tutto quanto può operare, sia nell’uso delle cose esteriori, come nel secondare e respingere le passioni interne; e ciò sarebbe inutile se il nostro volere fosse causato dagli astri e non fosse in nostra facoltà. Non è quindi possibile che gli astri siano causa della nostra elezione volontaria “(Summa contra gentiles, III, 85). Tutt’al più: “inclinant astra, sed non necessitant” (Gli astri influenzano, ma non costringono). Durante il Rinascimento l’astrologia era ancora largamente praticata a tutti i livelli: Gerolamo Cardano (1501-1576) aveva elaborato l’oroscopo del re d’Inghilterra Edoardo VI (1537-1553); mentre Caterina de Medici (1519-1589) aveva pagato Nostradamus (1503-1566) nel 1566 per verificare la predizione della morte di suo marito, il re Enrico II di Francia (1519-1559), fatta dal suo astrologo Lucas Gauricus (1476-1558).
Con l’improvviso fiorire dell’astronomia, ad opera soprattutto di Galileo Galilei (1564-1642) e di Kepler, iniziò il tramonto dell’astrologia. La famosa affermazione del canonico polacco Niccolò Copernico (1473-1543) sulla centralità del sole con la terra e gli altri pianeti che vi ruotavano intorno e le scoperte di Galilei, specialmente quelle di stelle finora ignote e dei satelliti di Giove, cominciarono a scompigliare i calcoli degli astrologi del tempo che cercavano con scarso successo, di adattarli alle nuove scoperte. L’eliocentrismo mutava la visione geocentrica del mondo descritta da Aristotele e da Tolomeo su cui si appoggiava l’astrologia che non riuscì più a tenere il passo con le nuove scoperte scientifiche dell’astronomia con la quale essa ab initio era intimamente connessa. Kepler, che era impiegato come astrologo presso l’imperatore Rodolfo II (1552-1612), la ripudiava scusandosi di doverla praticare per necessità, per potere campare. Il grande progresso del metodo sperimentale da cui si andava originando la scienza moderna, portò ad un decadimento progressivo dell’interesse per l’astrologia, considerata fallace e priva di qualsiasi base scientifica. Pico della Mirandola (1463-1494) scriveva intorno al 1500 il suo “Contra astrologia” ed altre pubblicazioni seguiranno nel XVII secolo relegando questa disciplina nella categoria delle pseudo scienze. Il grande filosofo e matematico Gottfried Leibniz (1646-1716), aveva detto che provava un profondo disprezzo per quelle attività che avevano come fine l’inganno, e indicava l’astrologia come esempio principale di tali attività. Inoltre cominciarono a circolare libelli satirici di denuncia riguardo ai vari almanacchi astrologici come la mirabile canzonatura scritta da Jonathan Swift (1667-1745) nel 1708 con lo pseudonimo di Isaac Bickerstaff dove dimostrava l’ambiguità delle “divinazioni” valide comunque per tutte le stagioni. Anche Voltaire fu molto critico nei confronti dell’astrologia irridendo conseguentemente la credulità dei papi e dei principi. La delegittimazione dell’astrologia andò di pari passo con il venir meno di tutto quel mondo dell’occulto con i suoi rituali magici che il cammino della scienza, l’illuminismo e quindi un mutato clima culturale, avevano implacabilmente ridimensionato e demistificato. L’astrologia era diventata preda di ciarlatani accomunandosi sempre più ad altre discipline esoteriche come la cabala e la chiromanzia. C’è da aggiungere che non è mai esistito un corpus di regole che fosse accettato da tutta la comunità degli astrologi e questo restava un problema aperto dovuto alle tante regole arbitrarie che erano alla base di questa pseudoscienza.
Agli inizi del secolo scorso si ebbe una rinascita dell’astrologia sia dal punto di vista culturale, ad esempio lo studioso dell’arte Aby Warburg (1866-1929) analizzò anche in chiave astrologica gli affreschi di Palazzo Schifanoia a Ferrara, che da un ritorno a dottrine esoteriche come lo spiritismo e la teosofia. Nel XX secolo lo psicanalista Carl Gustav Jung (1875-1961), nell’ambito delle sue ricerche sugli Archetipi, definisce l’astrologia come “la somma di tutta la conoscenza psicologica dell’antichità”. Notevole influenza ebbe anche sui più recenti movimenti pseudo-filosofici come la New Age negli ambienti della controcultura americana degli anni Sessanta del secolo scorso che avrebbe inglobato successivamente anche le filosofie orientali. Molti gerarchi nazisti credevano nell’astrologia; l’astrologo di Heinrich Himmler (1900-1945), Wilhelm Wulff pubblicherà nel 1968 un libro di ricordi dal titolo “Tierkreis und Hakenkreuz: Als Astrologe an Himmlers Hof” tradotto in inglese col titolo “Zodiac and Swastika: How Astrology Guided Hitler’s Germany”. Ma anche recentemente negli USA la rivista “Time” indicava Ronald Reagan e la moglie Nancy come clienti di una nota astrologa, ma ciò che è più impressionante è un dato fornito nel 2014 dalla NSF (National Science Foundation) che indica che il 30% dei laureati o diplomati negli USA considerano l’astrologia una disciplina scientifica, mentre nella popolazione normale questa percentuale sale al 45%.
Ma cos’è l’astrologia? Il concetto base è semplicissimo: il carattere ed il destino di una persona possono essere ricavati dalle posizioni del Sole, della Luna e dei pianeti al momento della nascita, indipendentemente quindi dai caratteri ereditari, dall’ambiente familiare etc. Usando poi una tabella chiamata oroscopo, si possono ottenere dal posizionamento degli astri previsioni sulla vita delle persone ed aiutare imprese, aziende, nazioni a prendere decisioni di grande importanza. Per descriverne brevemente l’aspetto tecnico, dobbiamo considerare lo Zodiaco, cioè quella parte della volta celeste che comprende una fascia che si estende per nove gradi da ambo i lati dell’eclittica (la traiettoria apparente percorsa dal sole in un anno rispetto allo sfondo della sfera celeste) entro cui si muovono apparentemente i pianeti e la luna. Ricordiamo che l’astrologia è geocentrica per questo si parla di moto apparente degli astri rispetto alla terra. Lo zodiaco è diviso in 12 parti eguali di 30 gradi ciascuna, che contengono le diverse stelle riunite in 12 costellazioni (Ariete, Toro etc.) a cui corrispondono i 12 segni zodiacali. A causa del moto di rotazione della terra attorno al sole, le costellazioni zodiacali sembrano muoversi lungo lo zodiaco. E’ possibile quindi correlare qualunque momento di una data giornata di un dato mese con una precisa configurazione degli astri che si trovano nella corrispondente zona dello zodiaco. C’è da aggiungere che, a causa della precessione degli equinozi (dovuta al disallineamento dell’asse di rotazione della terra rispetto al suo asse di rivoluzione attorno al sole) si verifica un costante spostamento dell’asse terrestre con un ciclo di 26.000 anni. In seguito a questo movimento durante 2000 anni il Sole è scivolato verso ovest di circa 30 gradi cambiando segno zodiacale. Ne segue che, dal momento che l’astrologia è rimasta ferma ai testi antichi, le costellazioni zodiacali d’allora non corrispondono più a quelle attuali.
Gli astrologi comunque affermano che i loro calcoli sono accurati e sempre più precisi ed aggiornati, grazie a molti anni di apprendimento e tirocinio ma la risposta di Sharon Hill in un articolo del “Commitee for Scientific Investigation” è fortemente critica: “I fondamenti degli oroscopi o delle carte astrologiche sono costituiti da un insieme di regole su come decifrare la posizione dei pianeti, del sole e della luna nel cielo in occasione di eventi importanti. L’astrologo si impegna per ore in complessi calcoli matematici per ottenere un oroscopo dettagliato. Ma tutta questa impalcatura, tuttavia, è difettosa. Non c’è alcuna influenza discernibile dei corpi celesti sugli esseri umani.” E conclude che malgrado tutti i calcoli possibili i risultati sono privi di significato. I meccanismi naturali proposti per spiegare l’influenza degli astri, come ad esempio effetti gravitazionali oppure legati a campi magnetici, sono oggi facilmente calcolabili e sono così minimi da essere insignificanti, per cui alcuni astrologi ricorrono allora a qualche entità ignota, ma così si esce dal campo della scienza che impone la verifica delle ipotesi. Dagli astrologi non si è mai avuta una risposta accettabile del perché dovremmo essere influenzati dalle posizioni degli astri nel cielo in un dato momento in modo tale da determinare il carattere delle persone, le loro scelte, e i vari eventi della storia. Le regole degli astrologi erano e sono a tutt’oggi completamente arbitrarie, basate su elementi simbolici piuttosto che su esperimenti ed analisi statistiche. Queste sono state fatte da vari ricercatori, ad esempio dall’esperto in statistica e psicologo francese Michel Gaquelin (1928-1991) che in un test ha esaminato in dettaglio i segni zodiacali di 15.560 professionisti di cinque nazioni europee impegnati in dieci attività differenti. Gaquelin non ha trovato alcuna evidenza di un qualsivoglia effetto astrologico: i suoi calcoli hanno mostrato che la correlazione fra dati astrologici e le attività svolte dai professionisti rientravano nella normale probabilità casuale. Ma Gaquelin ha fatto un altro test alquanto divertente: ha pubblicato su un giornale un avviso in cui prometteva di fare gratis oroscopi personalizzati a tutti i richiedenti. Alle 150 persone che hanno risposto Gaquelin ha inviato il medesimo oroscopo e chiesto loro se lo ritenessero appropriato. Il 94% ha risposto che si riconosceva soddisfacentemente nell’oroscopo. L’oroscopo era quello di Marcel Petiot (1897-1946), un noto assassino seriale!
Attualmente per molte persone la lettura dell’oroscopo è una moda se non un gioco. Siamo bombardati quotidianamente da oroscopi su giornali e riviste e perfino la televisione di stato non ne è immune. In realtà questi oroscopi sono sempre molto “soft” e vaghi per cui in genere la gente tiene buona solo la parte favorevole e dimentica quella meno gradevole. Sul sito del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze) vengono vagliate annualmente le previsioni degli astrologi fatte l’anno prima; il risultato è sconfortante, nessuno aveva previsto ad esempio l’11 settembre o la guerra in Irak! Una accurata e profonda indagine sull’astrologia nella società contemporanea venne pubblicata nel 1975 dal filosofo tedesco Theodor Wiesegrund-Adorno nel libretto “The Stars Down to Earth: The Los Angeles Times Astrology Column” tradotto col titolo “Stelle su misura” da Einaudi dieci anni dopo. Adorno analizza per un anno la rubrica degli oroscopi del Los Angeles Times col proposito di “indagare la natura e le motivazioni di alcuni massicci fenomeni sociali che coinvolgono elementi irrazionali in un modo affatto particolare, in quanto risultano mescolati con qualcosa che si potrebbe definire pseudorazionalità” (1). Un aspetto che viene in evidenza è che la gente ritiene valida l’astrologia allo stesso modo dei partiti politici o della musica: l’accettano perché esiste “senza riflettere tanto, purché le loro domande psicologiche corrispondano in qualche modo all’offerta. S’interessano a malapena alla giustificazione del sistema”. Se tutto ciò aveva un senso nel medioevo quando la differenza tra chimica ed alchimia o quella tra astrologia e astrofisica era incerta, oggi, col clamoroso progresso della scienza non è più giustificabile l’appoggiarsi alle credenze dell’astrologia, con la sua visione geocentrica ed antropocentrica, se non compiendo una regressione intellettuale priva di senso. Una spiegazione può trovarsi nel bisogno che le persone hanno sempre avuto, fin da tempi remoti, di derivare da segni occulti il loro futuro ed il comportamento da assumere nei frangenti più complicati. Ma forse c’è anche lo sgomento dell’uomo nel ritrovarsi in un universo di cui non riesce a capire il senso. Gerolamo Cardano ne è consapevole quando paragona “la grandezza e vastità del cielo e del mondo al piccolo cerchio sparuto di tenebra in cui, compagni d’ansia e di miseria, ci aggiriamo confusi”. Le rubriche astrologiche appaiono allora come un contributo alla salute mentale e di aiuto paterno. “La rubrica cerca di soddisfare i desideri di persone profondamente convinte che altri (o qualche entità sconosciuta) sappiano su di loro e su ciò che esse devono fare più di quanto non siano in grado di decidere da sé”. L’astrologia è così opaca che chi vi si affida dimostra una scarsa fede trascendente, che porta inevitabilmente ad un agnosticismo intellettuale disorientato, ma d’altra parte, sostiene Adorno “La tetraggine di una società di merci che non consente a nessuna qualità di esistere per se stessa, ma livella tutto verso il basso, a una funzione di scambio universale, sembra essere insopportabile; e si accoglie con entusiasmo qualsiasi panacea in grado d’indorarla”. In questi termini l’astrologia appare assimilabile ad altri mezzi di comunicazione di massa, ad altri media come il cinema e la televisione, e quindi la si potrebbe includere nel modello onnicomprensivo di quella industria culturale, nella sua accezione più negativa, incapace di astrazione concettuale perché volta a nutrire le menti soltanto di immagini. Leandro Cantamessa, profondo studioso di astrologia a cui si devono i due volumi “Astrologia. Opere a stampa (1492-1900)” editi da Olschki nel 2007, intervistato da Luigi Mascheroni, afferma di non sopportare maghi e chiaroveggenti ma di essere affascinato dalla “straordinaria logica interna che pure esiste all’interno di un universo, come l’astrologia, puramente il-logico”. Ne evidenzia l’incongruenza indicando le ragioni che abbiamo già esposte, ma conclude dicendo che “cercare dei significati e dei rapporti tra i segni e i pianeti, e tra questi e i racconti della mitologia, trovo che sia uno straordinario esercizio intellettuale. Non c’è nulla di più affascinante che mettere ordine nella follia, appunto” (3). Forse l’aspetto puramente culturale è oggi tutto quello che resta di questa “scienza” millenaria.
Bibliografia:
Theodor W. Adorno: “Stelle su misura. L’astrologia nella società contemporanea”. Einaudi, 1985
Andrea Albini: “L’autunno dell’astrologia”. Odradek edizioni, 2010
Luigi Mascheroni: “Scegliere i libri è un’arte, collezionarli una follia”.Biblohaus, 2012
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.