In questo articolo affronteremo un argomento intorno al quale sono stati scritti molti libri e articoli, ovvero i rapporti tra l’imperatore Costantino e gli intellettuali pagani. Molti autori hanno sottolineato la necessità di approfondire i rapporti di Costantino con il mondo della cultura soprattutto con quello di matrice pagana. A prima vista può sembrare strano che l’imperatore anche dopo la sua conversione al cristianesimo abbia mantenuto diversi rapporti con gli intellettuali pagani ma in realtà tale fatto risulta comprensibile se si considera la tendenza di Costantino a distinguere il paganesimo politeista romano più conservatore dalle correnti pagane orientali monoteizzanti. Costantino infatti mentre condannava con durezza il paganesimo politeista mostrava una certa simpatia per le correnti pagane orientali. Premesso ciò sembra opportuno esaminare in modo sistematico i rapporti di Costantino con il mondo degli intellettuali pagani cercando di chiarire verso quali ambienti e in particolare verso quali personalità si dirigesse l’attenzione dell’imperatore. Prima di affrontare tale compito dobbiamo mettere in evidenza che proprio dagli ambienti intellettuali appartenenti al paganesimo monoteizzante giungevano severe condanne verso i culti e le cerimonie del paganesimo tradizionale romano, condanne che risultavano particolarmente gradite all’imperatore. Bisogna anche dire che la frammentarietà delle fonti che attestano i rapporti di Costantino con gli intellettuali pagani non sempre consentono di sviluppare un discorso organico e completo su tale argomento. Tuttavia, sembra possibile mettere in evidenza almeno alcuni punti e problemi di particolare significato nonostante i limiti derivanti dalla frammentarietà delle fonti. Per prima cosa dobbiamo dire che a parte alcuni episodi avvenuti alla fine del suo regno, appare chiaro dalle fonti che l’atteggiamento di Costantino verso la cultura pagana fu di disponibilità e in certe occasioni di netto favore. Tale atteggiamento si può evincere dal passo di un discorso in onore di Costanzo, composto da Giuliano. In tale discorso Giuliano ricordava la particolare simpatia dimostrata da Costantino nei riguardi di Atene, la città pagana per eccellenza, antica capitale della filosofia ellenistica. Secondo Giuliano, Costantino gradì di essere nominato stratega di questa città e la sua statua venne collocata nella città di Atene, cosa che fece molto piacere all’imperatore. Costantino volle ricompensare Atene per tale fatto facendo distribuire per più volte in un anno migliaia di moggi di grano, ricevendo in cambio dai capi degli abitanti di Atene elogi e omaggi. Tale statua collocata ad Atene donò a Costantino maggiore piacere di qualsiasi altro onore proprio perché l’imperatore nutriva una grande stima ed ammirazione nei riguardi della città di Atene. Quando poi Costantino dette luogo alla fondazione di Costantinopoli, egli permise che si edificassero templi dedicati a divinità pagane quali la Saggezza, la Potenza e la Pace. Inoltre nel palazzo di Costantino situato a Costantinopoli dove era conservata la sua immagine e quella dei figli, Costantino ordinò che si ponessero le statue delle muse. Come si vede nella nuova capitale dell’impero Costantinopoli non mancavano le statue di divinità pagane sebbene Costantino si fosse da tempo convertito alla religione cristiana. Non mancano poi prove che Costantino concedeva privilegi ad importanti esponenti della cultura pagana. Vogliamo mettere in evidenza il fatto che Costantino favoriva il mondo degli intellettuali non solo attraverso generici attestati di stima ma anche conferendogli concreti privilegi, i quali in particolare riguardavano gli ambienti accademici, legati alla vita cittadina, ambienti che in questa epoca storica erano ancora in massima parte pagani. Già in occidente, seguendo la politica del padre Costanzo Cloro, Costantino aveva favorito le scuole retoriche della Gallia: specialmente Autun e Treviri costituivano due città alla moda presso le quali si raccoglievano uomini dotti in massima parte pagani ed artisti di talento. Quindi in una costituzione del I agosto 321 indirizzata al prefetto del pretorio Volusiano , Costantino emanava un provvedimento di grande rilievo. Egli stabiliva che i medici, i drammatici e gli altri professori di lettere insieme con le proprietà che essi possedevano nelle loro città fossero esentati dai tributi. Inoltre Costantino proibiva che essi fossero citati nel giudizio e puniva ogni offesa alle loro persone con pene severe che differivano tenendo conto della posizione sociale occupata dal colpevole. Infine l’imperatore ordinava che agli insegnanti dovesse essere corrisposto un regolare stipendio e che alcuni oneri potevano essere assunti da loro solo volontariamente. Ma Costantino emanò anche altri provvedimenti a favore degli intellettuali pagani. Per fare un esempio dopo la fondazione di Costantinopoli, in una costituzione emanata nel 333, Costantino avvertiva il bisogno di confermare l’esonero dai tributi e da ogni funzione pubblica per i dottori e i professori di lettere con l’esplicita motivazione che essi potessero più facilmente istruire gli allievi negli studi liberali. Vogliamo ribadire che certamente le esenzioni fiscali accordate agli insegnanti che in larga parte erano ancora pagani, costituirono un momento assai importante nella politica di Costantino. Esse infatti non solo testimoniano la sua personale propensione della cultura, dalla quale si erano tenuti lontano molti imperatori, ma pure il profondo interesse a conquistare la simpatia delle elite intellettuali cittadine. Infatti Costantino riuscì a fare di tali elite intellettuali una calsse di burocrati privilegiati al servizio del suo impero. Tale atteggiamento di Costantino aveva da un lato un suo ben definito retroterra socio culturale e dall’altro rispondeva ad un più ampio disegno di strategia politica. Vogliamo mettere in evidenza che proprio dalle file di questa aristocrazia intellettuale provenivano in massima parte i pagani che accanto ai cristiani giunsero fino ai gradi più alti dell’amministrazione imperiale. Le relazioni personali che si instaurarono tra Costantino ed alcuni di tali intellettuali pagani sono documentate dalle fonti in nostro possesso. Sono noti in particolare i rapporti dell’imperatore con Ermogene, Sopatro, Nicagora, famosissimi esponenti delle elite intellettuali pagane. Ermogene originario del Ponto, uomo dal carattere assai mite, come lo ricorda Ammiano, era dedito agli studi filosofici. Egli nella sua prima giovinezza aveva soggiornato per qualche tempo presso la corte di Nicinio come consigliere giuridico ma aveva poi preferito ritirarsi a vita privata approfondendo i suoi interessi di filosofia, specie di quella platonica e stoica e compiendo lunghi viaggi. Dopo la conquista dell’oriente da parte di Costantino troviamo Ermogene alla corte dell’imperatore, in posizione assai influente, potendo contare sul rapporto di amicizia stretto con l’imperatore. Egli ottenne intorno al 330 la carica di quaestor che per le sue delicate funzioni legislative, amministrative e giudiziarie costituiva uno degli incarichi più rilevanti del nuovo ordinamento centrale voluto da Costantino. Più tardi l’appoggio concesso ad Ermogene dall’imperatore Costanzo gli consentiva una carriera ancora più importante: egli venne promosso al pro consolato di Asia. Mentre ricopriva questa carica Ermogene ebbe anche la possibilità di stringere rapporti amichevoli con celebri retori pagani. Sopatro, sofista e filosofo era il successore di Giamblico della direzione della scuola neoplatonica. Egli era considerato uno degli uomini più dotti del suo tempo. Sappiamo che Costantino accolse con entusiasmo a corte Sopatro tanto da promuoverlo nello stretto numero dei suoi collaboratori più intimi. Nel 330 Sopatro partecipò ai riti inaugurali della fondazione di Costantinolpoli. Inoltre prima che Sopatro morisse in circostanze tragiche Costantino espresse in un pubblico decreto tutta la sua ammirazione per questo intellettuale pagano. Per quanto riguarda i rapporti di Costantino con Nicagora ( intellettuale famosissimo e sacerdote dei misteri eleusini) siamo ben informati grazie ad un’ epigrafe rinvenuta fra le tombe dei re, a Tebe in Egitto dove Nicagora aveva compiuto una visita. In tale epigrafe Nicagora ricorda con orgoglio e commozione che la sua visita alle tombe era avvenuta molti secoli più tardi di quella compiuta negli stessi luoghi dal suo compatriota Platone. Inoltre in tale epigrafe il sacerdote ateniese esprime in un passo assai interessante il suo più vivo ringraziamento agli dei e all’imperatore Costantino che gli aveva dato la possibilità di effettuare tale viaggio. Il testo dell’epigrafe non ci chiarisce la natura del favore accordato da Costantino a Nicagora ma generalmente si ritiene che esso consistette nel facilitare a Nicagora il viaggio in Egitto attraverso un sussidio di natura economica. Dobbiamo anche mettere in evidenza che sono stati compiuti degli studi sulla personalità del filosofo neoplatonico. Tali studi hanno evidenziato che la famiglia di Nicagora aveva origini assai antiche ed inoltre tale famiglia costituiva una vera e propria dinastia di intellettuali pagani, i quali discendevano da Plutarco. Da tale epigrafe appare evidente che Costantino aveva accordato il suo aiuto e la sua protezione a Nicagora pur essendo egli un sacerdote pagano. Nicagora apparteneva a un paganesimo che voleva presentarsi come scevro da ogni mistificazione: infatti in quell’epoca storica agli iniziati dei misteri eleusini veniva richiesta non solo la purezza cultuale ma anche l’illibatezza dei costumi ed un tenore di vita buono e giusto. Nella parte finale del nostro articolo affronteremo la delicatissima questione di tentare di spiegare i motivi che spinsero Costantino a proteggere e favorire un certo numero di intellettuali pagani. Le ragioni della protezione accordata da Costantino agli intellettuali pagani pure dopo la sua conversione al cristianesimo sono state spesso discusse dagli studiosi in maniera non sempre convincente. Specie in passato sono state formulate da alcuni studiosi ipotesi poco plausibili nonché valutazioni astratte intorno alla religiosità di Costantino. Per fare un esempio Burckhardt ha sostenuto che la conversione di Costantino al Cristianesimo sia stata conseguenza di un puro e semplice calcolo politico. Altri studiosi sono rimasti sorpresi dal fatto che Costantino dopo la sua conversione aveva potuto favorire un sacerdote pagano. A nostro avviso il fatto che egli abbia favorito e protetto gli intellettuali pagani non significa assolutamente che la sua confessione sia stata poco sincera o addirittura frutto di un calcolo politico. Secondo noi Costantino protesse questi intellettuali pagani dal momento che ammirava la loro grande cultura al punto tale da non dare importanza al fatto che fossero pagani. Volendo sintetizzare al massimo grado i motivi che spinsero l’imperatore romano a favorire e proteggere gli intellettuali pagani, possiamo dire che due furono le ragioni che indussero Costantino a comportarsi in questo modo con tali intellettuali. In primo luogo Costantino provò una grande ammirazione per le grandissime qualità intellettuali di tali uomini. In secondo luogo egli rimase fortemente colpito dalle notevoli e ammirevoli qualità etiche e morali di questi intellettuali, che in un’epoca nella quale molti individui erano corrotti seppero dimostrare un notevole livello morale. Detto ciò riteniamo di aver spiegato i motivi che spinsero Costantino a proteggere numerosi intellettuali pagani. Tale fatto non significa assolutamente come sostenuto da alcuni autori che Costantino dopo la sua conversione al cristianesimo nutrisse ancora simpatie per il paganesimo sebbene in gioventù egli era stato molto vicino alla religione solare. Non dobbiamo infatti dimenticare che tale vicinanza alla religione solare era dovuta al fatto che il padre di Costantino, Costanzo Cloro era un fervente adepto di tale religione.
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