La Danza continua[1]
Lettera al dottor Alexandre Gentil.
Nel 2011 veniva messo all’asta un piccolo lotto di trentasei lettere scritte da Louis-Ferdinand Céline al chirurgo dottor Alexandre Gentil (1878-1949), suo amico e corrispondente negli anni dell’esilio danese di Céline dal 1945 al 1948. Sconosciuto anche ai ricercatori céliniani più esperti e inedito, questo carteggio rivela molti dettagli della quotidianità di Céline e Lucette in Danimarca, della loro odissea in Germania nel 1944-1945 narrata nella Trilogia del Nord, e scorgiamo poi ancora emergere i fantasmi céliniani già espressi con veemenza in Bagatelle per un massacro e negli altri pamphlet.
L’11-11 [1945]
Vecchio mio, ecco un anniversario affascinante. A che è servito darsi tanto disturbo nella prima [guerra mondiale] per finire così pietosamente? Che inganno dalla terra al cielo! Vomito la mia vita quando ci penso, mi vien da vomitare per la mia coglioneria credulona di dedizione perduta! Sono il monumento di quel che non si deve fare. “Il coglione”. Mio padre è morto di dispiaceri, mia madre lo stesso. Il minimo è che finisca uguale. Ed io ancora più cosciente di loro, più “provato”. Siamo qui, soprattutto Lucette, imbrogliati ignobilmente dai nostri cosiddetti amici. Lucette tra di noi è un’artista meravigliosa nel parere unanime degli esperti di qui. Non ci sono tre o quattro artisti come lei in Europa. È una ballerina nata. E allo stesso tempo una professoressa eccellente. Lo sanno e se ne servono eccome. Insegna il loro mestiere a 200 professori danesi che sono incapaci totali. Ma siccome non dobbiamo apparire, e abbiamo a malapena il permesso di esistere, lavora in media 6 durissime ore al giorno. E guarda caso le spese prendono tutto. Ancor meglio questo mese. Siamo a 80 corone di tasca nostra. Quasi 15 giorni di viveri per la nostra dieta! E dobbiamo sorridere e ringraziare. Altrimenti… il palo arreda. In queste condizioni qualsiasi parola di traverso è di troppo.
Un giorno mi hai prestato un tuo bellissimo libro di Laurent Tailhade. Sarei felice se me lo rimandassi. Una frase a proposito di un viaggio che fece nel nord, verso le miniere dove dice all’incirca l’ambiente di lavoro dell’Uomo è ancora abominevole e vergognoso… mi piacerebbe proprio avere la citazione esatta = la frase.
Fai benissimo a pensare a questa piccola casa turoniana. I sogni ti sono concessi. Ahimè mi strazi! È la più crudele delle condizioni quando a 52 anni infermo il tuo destino ti è strappato senza prospettive di ritrovarne mai un altro. Perché alla fine non ho la minima speranza di essere mai accolto da qualche parte in vita mia. L’Ariano errante conosce un destino ben più infetto dell’ebreo errante. Gli amici dell’Ariano sono deboli e rarissimi gli amici degli ebrei sono potenti e innumerevoli. L’ebreo deve solo piagnucolare tutte le porte si aprono se l’ariano marchiato si fa conoscere tutti i cani sono sguinzagliati. Nessuna pietà per lui. La sua pena non esiste. Non ho mai così ben sentito l’appassimento come qui nelle mie condizioni. È implacabile. Ci vogliono sfruttare ben bene, corsi di francese, di danza, ecc. ma far finta di conoscerci. L’esperienza ha il suo prezzo.
Vedo che i tre partiti francesi non sono per niente pronti a trovare un accordo. La guerra continua insomma intus o exit. Le bestie non chiedono altro che divorarsi tra loro già in Cina lo fanno – e i cannoni insegnano agli annamiti da che parte stanno i loro fratelli protettori e emancipatori. Granchi, cani, sciacalli e per la politica: pappagalli. La Danza continua. Ovvio che la prossima guerra ci porterà un’amnistia. È la nostra sola dannata speranza. Che alternativa! Sennò tra poco qui, pelle afflitta rosicchiata, creperemo di fame e freddo. Non ci si deve mai preoccupare dei grandi problemi. Non hai avuto per caso notizie del Dottor Jacquot de Remiremont? Sono piuttosto preoccupato anche per un caro amico il Dottor Gastault ex caporadiologo a St Louis. Gestiva il dispensario comunale di Argenteuil. Abita a Parigi. È un uomo di una certa età e ben distinto, un gaudente, amicone, godereccio. Gli volevo molto bene. Mi ha procurato Bezons. Gliene sarò sempre grato. È al correntissimo di molte cose.
Se potessi dargli un colpo di telefono. È un automobilista appassionato. Verrebbe di corsa a trovarti. Mi vuole parecchio bene. Abitava nei pressi di Grenelle. È benestante e cura, lui, l’orleanese. Per favore. Nessuna inquietudine politica da parte sua. Per Jacquot ahimè tremo. Che cuore magnanime! Che ammirevole compagno nelle atroci circostanze!
Le Courrier médical è il giornale favorito dei piccoli pratici omnibus senza nessuna levatura scientifica e piena di chiacchiere. Dà tutte le notizie gli annunci, ecc. Permette di rendersi ben conto dell’insieme merdoso.
Ho appena ricevuto i Le Monde di un paio di settimane fa. Sono i primi giornali francesi che leggo dopo 18 mesi E quante cose!… Tuttavia un leggero tran-tran sembra riannodare il filo passato… Resta eppure sensibile la miseria la meschinità della vita corrente. Una certa pace la ritrovo nell’epurazione… ma alla fine sono solo illusioni… dei miraggi… il dolore di essere così lontani vince tutto, falsa tutta l’ottica. Alcuni francesi sono venuti qui non abbiamo nemmeno potuto avvicinarli… non c’è bisogno…
Parli di Vitalizio. Sto perdendo 150 000 franchi (quasi oro) in questo istituto. Attento. Non conto più ahimè le mie perdite! Sai che i primi “Liberatori” del mio appartamento hanno così tanto rubato un po’ dappertutto che sono finiti in galera. Che gioia andare a vedere in faccia colui che mi ha derubato! Eppure ti assicuro che niente era rubato del mio mediocre materiale. Tutto era stato pagato dieci volte con sangue, fatica e angoscia. Oh Patria! Niente doveva un centesimo agli occupanti! Mentre quanti attuali benestanti! Non finiremo di vomitare. Fa freddo adesso. Un freddo russo, e tempesta. È molto triste. Si ha il tempo di ruminare le proprie disgrazie. Finalmente Bébert il gatto va meglio. Non tossisce più. Ha forse avuto una lieve polmonite. È intelligentissimo. Le difficoltà gli hanno insegnato mille cose degli uomini. Galoppa dietro a Lucette come un cane. Abbiamo anche i gabbiani, non lasciano le nostre finestre sono belli ma il loro gracchìo è odioso. È un animale da naufragio. Abitiamo su una piazzetta molto affollata di giorno vicino a un ponte che assomiglia abbastanza, in piccolo, in nordico, in campestre, alla piazza S[aint]-Michel più i fiori i pesci e il vento di lontano. Davanti a noi il loro Parlamento fa Palazzo di Giustizia. Tutto questo è bello ma severo. Molto mausoleo. Ma molto graziosa, bisogna riconoscerlo. Vedrai, del resto, non tarderai. Spero bene in primavera con le rondini. Evidentemente la casa in campagna è indispensabile per chi vorrà mangiare… in occasione di eventi futuri. E poi le città sono destinate a sbriciolarsi. E poi si muore sicuramente di fame. Solo che travestimento oltretutto! Dovremo sembrare poverissimi. 10 anni prima di uscirne che in stracci. Ti sarai parecchio interessato al destino di Bichelonne l’ex ministro dei Lavori Pubblici sotto Laval. Eminente politecnico, è uscito e entrato per primo nell’École – caso unico assieme a Carnot, grande speranza dei Lavori Pubblici. (Che ne è stato della Sig.ra B. a proposito?). L’ho curato ai Nibelungen dove era stato trasferito nel castello con gli altri. Aveva avuto il ginocchio sbriciolato pochi mesi prima in un incidente d’auto. Il suo chirurgo francese aveva riattaccato il femore con la tibia in modo che soffriva ancora, la gamba al 25% sulla coscia e leggere infezioni del disco (probabilmente inclusive) postume. Le curavo. Gli avevo formalmente consigliato di restare tranquillo, di rinviare a più tardi l’operazione ricostruttrice. I Fritz l’hanno abbindolato affinché si facesse operare dal meraviglioso chirurgo del Führer un certo Gebhardt[2]che ho anche conosciuto che aveva passato la metà della sua vita al fronte. Generale di Tank SS e in gioventù cantante di caffè-concerto. L’ho anche conosciuto! Un pazzo e sgradevolissimo pazzo aggressivo, vendicativo e anti-francese. Una volta mi son preso con lui. Mi trattava da ciarlatano perché rifiutai di arruolarmi in un reparto SS. In ogni caso un uomo curioso, un personaggio del Rinascimento in tutto. Un Pauchet, altrettanto follemente vanitoso, ma molto più piantato. Sembra inoltre che operasse molto bene. Rudler l’ha visto operare a Berlino. Bichelonne ha fatto tutto il tragitto dal lago di Costanza alla Prussia per andare al Billard, a Hohenlychen esattamente dove si trovava l’immenso ospedale SS di cui Gebhardt era il tiranno e il Papa. Aveva tra l’altro organizzato diverse squadre di calcio di monogamba che riprendevano fiato in attesa del loro ultimo carnaio Walhalla. Un uomo d’azione. Bichelonne non ha avuto molta fortuna. L’operazione è perfettamente riuscita. Gli hanno ridato una gamba destra ma è morto 8 giorni più tardi d’infezione tra atroci sofferenze sembra, assolutamente solo. Tre ministri Marion, Gabolde, e Darnand, sono stati ad assistere al suo funerale. Si era già parecchio vicini alla caduta. Si sono ripagati il pellegrinaggio Costanza-Prussia ma siccome il protocollo fritz ha tenuto duro fino in fondo hanno fatto il viaggio nel vagone salotto dell’ex re di Wurtemberg modello 1890! Ma senza vetri né riscaldamento. Ignobilmente bombardati (Féerie) durante tutta la traversata Costanza-Prussia! E paralizzati da freddo e fame. 2 sandwich a testa! Sulla landa gelata di Prussia li aspettava un’eccezionale musica militare per gli onori funebri. Tutto fu eseguito come da protocollo. Gli si spiegò la morte del geniale brillante soggetto. E poi li rimbarcarono nella loro ghiacciaia con 2 sandwich. Che viaggio! Che presagio! Che calvario! Te lo immagini. Ecco una buona storia che non deve ancora andare in giro. Ma ti so molto goloso di aneddoti storici e chirurgici. Eccone uno e di prima qualità! Che non vada perduto!
A te molto affettuosamente
Tratto da:
Louis-Ferdinand Céline – Un profeta dell’Apocalisse. Scritti, interviste, lettere e testimonianze
A cura di Andrea Lombardi
Prefazione di Stenio Solinas
[1] Da “Revue des deux mondes” n. 45, dicembre 2011. Traduzione di Valeria Ferretti e revisione di Andrea Lombardi.
[2] Il Generalleutnant der Waffen-SS Dr. Karl Gebhardt (1897-1948). Medico delle SS con importanti incarichi amministrativi e sanitari, fu decorato della Croce di Ferro di 1° e 2° Classe in ambo le guerre mondiali per il suo coraggio al fronte e della Croce di Guerra con Spade di 1° e 2° Classe. Dopo aver prestato servizio sul fronte russo nella Divisione SS “Wiking”, operò quindi esperimenti medici in diversi campi di concentramento. Fu poi assegnato alla clinica delle Waffen-SS di Hohenlychen, e il 23 aprile 1945 fu nominato direttore della Croce Rossa tedesca. Processato per crimini di guerra dagli Alleati a Norimberga, fu messo a morte a Landsberg nel 1948.
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