Francesco Birardi
UOMINI E DEI DEL PERU’
Ed. Ponte alle Grazie, 1992
PREFAZIONE
Il quinto centenario del primo viaggi di Colombo ha suscitato un ampio dibattito sul rapporto fra l’Europa e le altre culture. Nell’ambito di questo dibattito si inserisce il lavoro di Francesco Birardi che in questo libro, ricco di un affascinante e inedito corredo iconografico analizza i più significativi miti delle civiltà andine precolombiane con la passione di chi ha vissuto nelle terre andine e, allo stesso tempo, con il rigore di chi ha inteso sostenere questa passione con lo studio e la documentazione. La sua collocazione di “non addetto ai lavori” diventa quindi un punto di vista privilegiato : con serietà scientifica ma evitando l’erudizione fine a se stessa, raggiunge agilmente il nucleo essenziale delle tematiche.
Il lettore troverà all’interno delle diverse sezioni in cui è articolato il volume, un continuo contrappunto fra miti antichi e sopravvivenze moderne. Grande spazio è riservato all’opera del massimo cronista indio d’epoca coloniale : Guamán Poma de Ayala. Nei suoi scritti, che illustrano essenzialmente la fase precedente l’unificazione imperiale degli Inca, Guamán Poma dà voce ai popoli soggiogati rivendicandone la grandezza spirituale.
I testi appartenenti al ciclo di Huarochirí sono l’altro polo essenziale delle antiche testimonianze. Francisco de Avila, curato del villaggio di Huarochirí, nell’ambito dell’opera di cristianizzazione di quei popoli, intese raccogliere la maggior mole possibile di informazioni sui costumi e le credenze degli indios, al fine di “estirparne le idolatrie” più agevolmente. Ad uno degli indigeni convertiti, suo informatore, si deve forse la compilazione del manoscritto.
L’attenzione di Birardi non tralascia di appuntarsi sulla letteratura orale andina contemporanea : racconti, storie, leggende, aneddoti e credenze popolari in cui persistono i temi mitici pre-colombiani, che rafforzano e chiariscono i dati desunti dalle fonti coloniali, dimostrando la straordinaria sopravvivenza di tutta una visione del mondo e del pensiero mitico andino a tanti secoli di distanza.
Tra le qualità precipue di questo libro c’è senza dubbio la “discrezione” del commento dell’autore : ogni mito viene accompagnato da una traccia interpretativa che sostiene il lettore senza prevaricarlo, nella convinzione che queste complesse e meravigliose “storie” siano capaci di parlare da sé.
E fondamentale è il posto che occupa il pensiero mitico nella complessa e faticosa ricerca d’identità del Perù di oggi che, provato da quotidiani eventi drammatici, torna così a interrogarsi sul suo passato straordinario.
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