ARTE: Le opere di Alberto Rosselli (Galleria Memoli, Milano).
Alberto Rosselli, come ama dire di se stesso, non è un artista (in effetti, è giornalista e saggista storico di vaglia), bensì un ‘artigiano del colore, amante dell’armonia cromatica metafisica’. Nei suoi luminosi lavori a smalto, infatti, egli pratica le sue personali teorie sull’uso del colore, lasciando intravedere un nesso stretto tra opera e dimensione diciamo spirituale. Rosselli è convinto (ma lo aveva già sostenuto Kandinskij), che il colore possa avere due possibili effetti sullo spettatore: un “effetto fisico”, superficiale e basato su sensazioni momentanee, determinato dalla registrazione da parte della retina di un colore piuttosto che di un altro, ed un “effetto psichico” dovuto alla vibrazione spirituale prodotta dalla mente, attraverso cui il colore raggiunge l’anima. L’effetto psichico è determinato dalle qualità sensibili del colore, che possiede odore, sapore e suono. Ragion per cui, ad esempio, il rosso risveglia in una persona l’emozione del dolore o dell’amore, non per un’associazione di idee (rosso-sangue-dolore-piacere), ma per le sue proprie caratteristiche, per il suo “suono interiore”. Per Rosselli il colore è il tasto e l’occhio è il martelletto; l’anima un pianoforte e talvolta un arpa. Il colore può essere caldo o freddo, chiaro o scuro. Questi quattro “suoni” principali possono essere combinati tra loro: caldo-chiaro, caldo-scuro, freddo-chiaro, freddo-scuro. Il punto di riferimento per i colori caldi è il giallo, quello dei colori freddi l’azzurro e il blu (i colori prediletti da Rosselli). Alle polarità caldo-freddo, definite da Kandinskij, Rosselli attribuisce un doppio movimento: uno orizzontale ed uno radiante. Il giallo è dotato di un movimento radiante che lo fa avanzare verso lo spettatore rispetto al piano in cui è fisicamente; oltre a ciò, esso è dotato di un movimento eccentrico-centrifugo poiché si allarga e dilata verso l’esterno. L’azzurro è, al contrario, dotato di un movimento orizzontale concentrico-centripeto che crea un effetto immergente per lo spettatore. Amante dei colori primari ed essenziali (giallo, blu, rosso), Rosselli fa vibrare le sue superfici solide d’appoggio (il legno, ma anche l’ardesia al posto della tela), per poi sperimentare suoni e armonie sempre informali, ma mai casuali, andando ad indagare le peculiarità di quelli cosiddetti secondari (arancione, verde, viola), sempre alla ricerca degli equilibri dell’apparente caos del mondo delle note visive.
Raffaele Memoli
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