Genova, 9 marzo 2012 – Su iniziativa dell’Associazione “Voltar pagina” e del Coordinamento Prov.le dell’Unione Monarchica Italiana, presso la sala conferenze dell’Hotel Astoria di piazza Brignole, si è tenuta la presentazione dell’ultimo libro del Prof. Giulio Vignoli “Storie e letterature italiane di Nizza e del Nizzardo” (e di Briga e di Tenda e del Principato di Monaco) – Edizioni Settecolori (distribuzione Mursia). L’evento, moderato dalla Dottoressa Miriam Pastorino, Presidente dell’Associazione Voltar Pagina, ha visto la partecipazione dello storico Luciano Garibaldi, del giornalista Alberto Rosselli, del Segretario nazionale U.M.I. Sergio Boschiero oltre che dell’Autore. L’incontro, partendo dall’origine italiana del nizzardo, sollevata dal Prof. Vignoli nel suo studio, ha permesso di analizzare svariati contesti in cui le minoranze italiane sono state discriminate o perseguitate. Vignoli da sempre è attento studioso di queste realtà e, grazie a lui, si sono scoperti accadimenti mai raccontati da nessuno precedentemente (caso esemplare quello degli italiani di Crimea, deportati da Stalin). Dopo l’introduzione di Miriam Pastorino, Luciano Garibaldi ha voluto ricordare le principali figure di italiani di origine nizzarda tra le quali, oltre a Giuseppe Garibaldi, si annovera ad esempio Giovan Battista Bottero che fondò uno dei più importanti giornali della storia d’Italia: “La Gazzetta del popolo” di Torino. Garibaldi ha ricordato anche dei fenomeni di repressione attuati a Nizza dopo la cessione, come la punizione nelle scuole dei ragazzi sorpresi ad usare il dialetto italiano e non il francese. Lo storico ha sottolineato che, nei vari secoli, Nizza è comunque sempre tornata ai Savoia, come se ci fosse un particolare legame con la Dinastia. Ha poi preso la parola Alberto Rosselli che ha incentrato il proprio intervento sulle minoranze e sul concetto di irredentismo. Citando Giuseppe Garibaldi, ha ricordato che “negare l’italianità di Nizza è come negare la luce del sole” ed ha analizzato i tre principi fondamentali che legavano Nizza all’Italia, ovvero la lingua, la cultura e le radici storiche. Il Prof. Vignoli ha poi voluto introdurre personalmente Sergio Boschiero, il quale ha affrontato con spirito obiettivo e non elogiativo la triste vicenda della cessione di Nizza alla Francia. Il Segretario dell’U.M.I. ha lodato l’opera del Vignoli traendo un parallelismo tra il modo di trattare le foibe e le vicende delle discriminazioni francesi verso i nizzardi italiani. Spesso la storia ha dei tempi troppo lunghi, dettati da motivazioni ideologiche, per affrontare certi temi. L’Autore ha iniziato il suo intervento rendendo edotta la platea del proprio metodo di studio: andare direttamente sul luogo alla ricerca di testimonianze, utilizzando anche i mezzi consoni alla gente (il treno in primis). Così sono stati i viaggi in Romania, Macedonia, Ucraina, etc., oggetto di studi da parte dell’Accademico genovese. Vignoli ha sottolineato come a Nizza, dopo la cessione, ci sia stato uno specifico progetto per cancellare le radici italiane, con la chiusura di scuole, biblioteche e giornali. Ha anche raccontato il recente aneddoto avvenuto al Consolato Italiano di Nizza dove, durante un convegno, gli è stata tolta bruscamente la parola perché stava denunciando il comportamento delle istituzioni francesi verso l’italianità di Nizza. Vignoli ha denunciato anche il fatto che in occasione del 150° appena celebrato non si sia spesa una parola per ricordare Nizza italiana. Al termine degli interventi è stato letto un messaggio del Prof. Piero Vassallo, oratore previsto dal programma ufficiale ma impossibilitato a partecipare all’evento. Ha seguito un interessante dibattito durante il quale il Prof. Vignoli ha risposto alle domande degli intervenuti. Molte le presenze all’incontro, oltre all’U.M.I. di Genova rappresentata da Giuliana Carlini Zoppi, Elio di Rella e Arduino Repetto, il Fronte Monarchico Giovanile con Lorenzo Scotti, la Consulta dei Senatori del Regno rappresentata da Gianni Stefano Cuttica, l’U.M.I. di Sanremo con la Coordinatrice Wilma Curti, l’U.M.I. di Alessandria con Carmine Passalacqua e quella di Varese con Davide Colombo. Particolarmente gradita è stata la partecipazione dell’Avv. Antonio Sulfaro che, nel 1944, fu tra i fondatori dell’U.M.I. nazionale.
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